
Ha scritto la storia del vino locale, imponendosi anche a livello nazionale. Si è spento all’età di 79 anni, dopo una vita da protagonista nel mondo dell’enologia e non solo, Massimo Schiavi. E’ morto nella sua casa di Montesecco, dove aveva costruito l’azienda agricola. Da qualche tempo aveva problemi cardiaci. Lascia la moglie e due figlie che vivono in Toscana. La notizia della scomparsa di Schiavi ha fatto immediatamente il giro della città, dove era molto conosciuto e stimato. Laureato in scienze politiche, ben presto si era concentrato sulla sua grande passione, il vino e l’agricoltura. Nel 1963, con il padre, fondò l’azienda agricola. Il fiore all’occhiello la cantina, dalla quale uscì il vino che lo rese famoso in tutta Italia ma anche nel mondo: il “Tristo di Montesecco”.
Il noto Luigi Veronelli lo descrisse così: <aroma vinoso di eccezionale eleganza contadina, nerbo saldo e stoffa suadente>. Nella suo rapporto enologico del 1971, allegato al settimanale “Epoca”, Veronelli elenca i migliori 25 vini doc più uno, che non ha la denominazione ma è il più buono di tutti: il “Tristo di Montesecco”. Il bianco, realizzato con Pinot grigio, rieling italico, malvasia di Candia e trebbiano toscano, venne commercializzato ovunque e riscosse un successo straordinario, finendo anche sulle guide di settore più prestigiose. Nella zona, Schiavi fu il primo a imbottigliare il vino con tanto di eleganti etichette. Estro e competenza, dalla cantina tirò fuori altri due vini che subito s’imposero sul mercato: “Il Testucchio”, che vendette anche alla famiglia Agnelli, e il “Gallia Togata”, ricercatissimo e lodato in tutto il mondo. Vino ma non solo. Nella sua azienda biologica produsse i germogli di soia, orzo, pasta integrale, tabacco. Persona colta, amava viaggiare e sperimentare. Produzione e distribuzione, dagli anni settanta agli ottanta, il nome di Schiavi e della sua azienda furono conosciuti ovunque.
Lo ricordano bene il presidente del consorzio Pergola doc Francesco Tonelli e quello di Pergola Nostra Ritaldo Abbondanzieri: <Un grande personaggio che è stato fondamentale per lo sviluppo dell’enologia nella nostra provincia e non solo, capace di imporsi con i suoi vini soprattutto a livello nazionale ma anche mondiale. Pergola, la sua doc, devono molto a Schiavi>.
Il consorzio Pergola doc ha intenzione di scrivere un volume sui vini pergolesi. Un capitolo sarà dedicato proprio a Massimo Schiavi e ai suoi eccellenti prodotti, dal “Tristo di Montesecco” al“Gallia Togata” che lo hanno reso famoso ovunque e fatto conoscere Pergola in tutto il mondo.
dal Corriere Adriatico
Una risposta to “Si è spento Massimo Schiavi, famoso in tutto il mondo per il suo vino. Creò il Tristo di Montesecco”
16 dicembre 2018
Battistini lucianoHo una bottiglia di vino del” tristo di motesecco imbottigliata nel 1990″